SIAMO TUTTI FIGLI DI TROIA

È domenica: il grande giorno del debutto di Iliade alla Città del Teatro di Cascina. La domanda che si insinua tra noi è: c’è ancora vita oltre il Teatro del Carretto? Per noi no. Anche noi siamo in ansia, perché, per la prima volta, il riallestimento di Maria Grazia Cipriani e Graziano Gregori si trova a (ri)proporsi a un pubblico vero. Un pubblico pagante, che viene a vedere uno spettacolo di cui difficilmente può immaginare la genesi. E così è anche più normale: è la nostra percezione, in quanto anche noi figli di Troia, ad essere distorta. Anche per noi la reazione del pubblico è imprevedibile.

Stiamo lavorando intensamente da alcuni giorni, per il sito e per la composizione del libretto da proporre al pubblico in occasione della prima nazionale, che sarà a Lucca dall’8 al 10 novembre. I tempi per consegnare la bozza sono stretti e tutti i giorni ci troviamo insieme per qualche ora a lavorare. Ma questa volta è speciale: iniziamo a muoverci dalla mattina, chi da Lucca, chi da Pisa, per convogliare verso casa di Beatrice Manca (anzi, cogliamo qui l’occasione per ringraziare pubblicamente le sue pazienti coinquiline). In dodici in una cucina lavoriamo tutti insieme o a gruppi, arrivando a riempire il menabò che abbiamo definito il giorno prima. Fra thé, caffè e sigarette, prende forma la nostra creatura. Vederla che prende forma ci entusiasma, e il gruppo funziona sempre meglio.

Il tempo passa in fretta, forse troppo e arriva l’ora di prepararsi per andare a Cascina. Tutti ci siamo portati il cambio per la sera e anche noi, come gli attori prima dell’inizio della prova, mettiamo in atto un rito della vestizione.

Arriviamo al teatro in tempo per l’apericena, la tensione si fa sentire sempre di più. Quando entriamo in sala siamo sorpresi nel vedere poco dietro di noi Maria Grazia, che dalla gradinata può tenere d’occhio non solo il suo spettacolo, ma anche il suo pubblico. Ci saluta, ci ringrazia di essere venuti e ci fa sedere. Sembra rilassata, ma ormai conosciamo la sua impenetrabilità e chissà cosa starà pensando. Per tutta la durata dello spettacolo ci giriamo a guardarla, ma il suo sguardo è fisso ed è imperscrutabile, anche durante gli applausi.

Lo spettacolo inizia, è lo stesso che abbiamo visto più volte, ma avvertiamo la tensione degli attori e la riconosciamo come la nostra. Ci sono piccoli inciampi e sbavature, ma solo noi le percepiamo come tali. Forse per la nostra posizione più lontana rispetto al solito, o forse per la presenza del pubblico che assorbe il suono, ma i volumi ci sembrano più bassi rispetto alle prove. In sala il silenzio è assoluto, tutti sono rapiti dallo spettacolo. Dalla nostra prospettiva, tra le ultime file della gradinata, poco più avanti della regista, possiamo vedere gli spettatori trasalire all’unisono in certe scene particolarmente efficaci.

Prove di "Iliade", 2 ottobre (foto di Valentina Pierucci)

L’uccisione di Patroclo per mano di Ettore (foto di Valentina Pierucci)

Finisce lo spettacolo, gli applausi durano a lungo, gli attori vengono alla ribalta più volte, ma lo sguardo di Cipriani è fisso davanti a lei, senza tradire alcuna emozione. Quando gli spettatori si dirigono verso l’uscita lei si alza e ci saluta. Cogliamo l’occasione per farle qualche domanda, lei è sorridente e disponibile. A un certo punto ci lascia per raggiungere i suoi attori.

Alcuni di noi, nei giorni precedenti, hanno contattato alcuni artisti della compagnia, quindi li aspettiamo per salutarli. È Nicolò Belliti il primo a raggiungerci e ci invita a cena con loro. Noi ci dividiamo: quelli che il giorno dopo devono andare a scuola tornano a Lucca. Unica eccezione: Davide Barsotti, che nonostante il compito di inglese l’indomani mattina coglie l’occasione e accetta l’invito, guadagnandosi l’appellativo de Il Più Eroico Degli Eroi.

Cerchiamo un’osteria aperta e la troviamo a Fornacette, ma non senza intoppi: ogni ritorno da Troia che si rispetti deve avere almeno tre o quattro inversioni a U. A cena siamo con Giovanni Balzaretti, Elsa Bossi, Nicolò Belliti, Fabio Pappacena e Antonio Pomponio. Ci raccontano della loro ansia per il debutto e rispondono alle nostre curiosità, ci danno consigli e ci confidano dei retroscena. Poi arriva la sorpresa, la più gradita: Nicolò ci racconta che la sera prima erano tutti in camerino a leggere il nostro sito e che le nostre parole hanno dato loro ulteriori energia ed entusiasmo che hanno portato in scena nel debutto. Per noi è sorprendente: il nostro lavoro già ci soddisfaceva e ci arricchiva di per sé, adesso ci sentiamo veramente utili e orgogliosi per quel che facciamo!

Andrea Balestri

Cascina (PI), domenica 13 ottobre 2013

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